I musei
A seguito dell’entrata nel 1996 della Casa Editrice Il Cigno GG Edizioni nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, il Pio Sodalizio dei Piceni ha intrapreso con Lorenzo Zichichi una intensa attività di esposizioni.
Oggi i Musei di San Salvatore in Lauro ospitano le donazioni e gallerie permanenti di Emilio Greco e Umberto Mastroianni, scultori di fama internazionale. Tra le esposizioni svoltesi nei Musei di San Salvatore in Lauro ci sono state Visioni del Grand Tour dall’Ermitage. Gente e paesaggi d’Italia nelle Collezioni russe, la mostra per i 200 anni dalla nascita di Gogol’, quelle su Dostoevskij e l’Italia, sul Cinetismo e sul centenario dalla nascita di Francesco Messina.
In particolare, questa straordinaria esposizione che ne celebrava i cento anni dalla nascita, inaugurata dalla figlia, si tenne nei Musei di San Salvatore in Lauro nel 2000, contribuendo in modo decisivo alla trasformazione di questo monumentale complesso in una rinnovata sede espositiva di grandi eventi. La
mostra fu patrocinata dal Comitato per il Grande Giubileo dell’Anno Duemila, dall’École Française de Rome, dalla Camera dei Deputati e dal Comune di Roma, proprio a significare la partecipazione di alcune delle
maggiori istituzioni culturali, religiose e politiche del nostro paese alla manifestazione, che vedeva esposte ottanta opere che ripercorrevano in modo esaustivo, e irripetibile, il percorso artistico di questo scultore.
Ancora più duraturo il dialogo che i Musei hanno instaurato con Umberto Mastroianni ed Emilio Greco, che proprio nell’ex collegio dei marchigiani a Roma hanno la loro, si potrebbe dire, dimora stabile, essendovi oltre ad alcune delle loro opere perennemente esposte, anche la sede dei due organismi deputati allo studio e alla tutela della loro attività artistica.
Emilio Greco, Francesco Messina e Umberto Mastroianni sono solo alcuni degli artisti che con il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro hanno avuto una frequentazione assidua e continua, venendo quivi o per lavorare alle incisioni, ai bozzetti, ai cataloghi oppure per portarvi le loro creazioni per propria volontà o per quella dei loro eredi.
Chiesa di S.Salvatore in Lauro
Il Complesso di San Salvatore in Lauro si trova nel Rione “Ponte e Parione”, tra i due assi viari di Tor di Nona e via dei Coronari con la chiesa che si affaccia sulla piazza omonima, ampliata nel 1939 dopo l’abbattimento di alcune case sul fianco destro. La denominazione “in lauro” sembra derivi da un boschetto in prossimità del portico di un antico tempio pagano, dedicato alla dea Europa, su cui sarebbe sorta la chiesa.
È noto dai documenti l’originale impianto basilicale a tre navate, di cui oggi non resta traccia. La chiesa infatti è documentata fin dal 1177 e nel 1449/50 fu riedificata per volontà del cardinal Latino Orsini e affidata ai canonici veneziani di San Giorgio in Alga. Nel 1591 un incendio danneggiò gravemente il complesso e nel 1594 si iniziò la ricostruzione, a seguito di generose elargizioni, su progetto di Ottaviano Nonni, detto il Mascherino, e di Domenico Paganelli, cui si deve la scelta delle venti colonne aggettanti
all’interno, d’ispirazione palladiana. L’edificio era aperto al culto nell’agosto del 1598 ma la chiesa rimase incompiuta alla crociera e sul lato verso via dei Coronari, per il protrarsi dei lavori, anche per via della soppressione dei canonici regolari da parte di Clemente IX.
Nel 1669 la Confraternita della Santa Casa di Loreto, oggi Pio Sodalizio dei Piceni, acquistò la chiesa per trentamila scudi e vi trasferì l’immagine della Vergine lauretana, mutando il nome in Santa Maria di Loreto, nonostante il popolo romano abbia continuato e continui a chiamarla col vecchio appellativo. Ai Piceni spettano le successive modifiche, la realizzazione del transetto, della cupola e della sacrestia nel 1727 sotto la direzione dell’architetto Ludovico Rusconi Sassi, fino al completamento dell’opera nel 1731. L’altare maggiore fu realizzato nel 1792 su disegno di Antonio Asprucci, mentre sotto il pontificato di Pio IX furono rifatti gli altari del transetto e la pavimentazione in marmo bianco di Carrara e nel 1862 fu completata la facciata. La chiesa è sede di una parrocchia, documentata fin dall’antichità nel 1395, soppressa sia al tempo dei canonici che a quello della confraternita dei Piceni, poi ripristinata nel 1824 all’epoca di Leone XII.
Oggi è ancora attiva e importante perché, per essere il santuario dedicato alla Madonna di Loreto, è diventata anche il Centro devozionale dei marchigiani residenti a Roma e dove si svolgono, per interessamento del Pio
Sodalizio dei Piceni (Fondazione proprietaria della Chiesa) e del Parroco, interessanti manifestazioni religiose e culturali sia in essa che in tutto il Complesso Monumentale. Dal 2007 è anche il centro dei gruppi di preghiera di Padre Pio nel Lazio, del quale si conservano all’interno alcune reliquie.
Gli spazi dell’ex convento hanno ospitato un collegio per studenti marchigiani con corsi universitari, una caserma durante la Repubblica Romana e, durante l’occupazione francese, la scuola nazionale di scherma,
studi di artisti e attualmente l’Archivio Emilio Greco e il Museo Mastroianni.
Il Pontefice Pio IX, nel 1862, ha visitato e inaugurato la Chiesa restaurata.
Il Pontefice Giovanni Paolo II, nel 1997, ha visitato il Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni celebrando una solenne funzione in Chiesa. Dal 2008 l’antica sede diaconale cardinalizia ha un titolare nella
persona di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete di San Pietro.
LA STORIA
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